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WU-SHU
Si distingue un Wu-Shu
sportivo (moderno) ed un Wu-Shu Tradizionale; per indicare quest’ultimo
si utilizza generalmente il termine Kung-fu.
Con il termine “moderno” si fa riferimento a tutti
gli stili di recente "codificazione". |
Essi
comprendono tecniche provenienti da antiche scuole tradizionali,
ma sono stati codificati intorno agli ’50, per poterli
diffondere in tutta la Cina e successivamente in tutto il mondo.
A differenza dalle Scuole Tradizionali gli stili “moderni”
utilizzano programmi tecnici comuni. I sistemi di allenamento
sono uguali per tutti e seguono una didattica molto scientifica
basata sullo studio dell’educazione fisica, esattamente
come avviene per la ginnastica artistica o per l’atletica
leggera. In Cina il WuShu é materia universitaria.
Tale codifica ha quindi consentito al Wu-Shu di diventare uno
sport di caratura mondiale candidato alle prossime Olimpiadi
di Pechino nel 2008.
Le Discipline Ufficiali appartenenti al Wu-Shu Moderno sono:
Chang - Quan
Nan - Quan
Tai - Ji - Quan
Sanda
A queste vanno aggiunti stili di alcune scuole Tradizionali
che sono stati adattati alle competizioni subendo alcune codifiche
per esigenze prettamente competitive.
La pratica del wushu si suddivide in:
· TAOLU (Forme
o esercizi in singolo): sequenze di movimenti che rappresentano
attacchi e parate, eseguiti da una sola persona, che simulano
un combattimento con degli avversari immaginari. Vengono suddivisi
in esercizi a mani nude ed esercizi con armi.
· DUILIAN
(Esercizi in coppia o in trio): combattimenti promessi ( o prestabiliti)
a mani nude o con armi.
· SANDA
o Sanshou (Combattimento libero): due atleti si affrontano utilizzando
tecniche di braccia, di gambe e di proiezioni (lotta corpo a
corpo).
Le diverse scuole (o stili) di Wu-Shu vengono principalmente
suddivise in:
Neijia – Stili Interni
Waijia - Stili esterni
Gli Stili Esterni si basano sulla forma fisica, principalmente
sullo sviluppo della forza muscolare e della potenza. I movimenti
sono forti, veloci, determinati e richiedono una buona preparazione
fisica. (Es. Stile di Shaolin o Stile Nan-Chuan).
Gli Stili Interni, invece, sviluppano una potenza meno visibile,
ma centralizzata ed elastica, basata principalmente sulla conoscenza
della struttura e coordinazione del corpo umano.
( Es. Stile Tai-Chi-Chuan, Pa-Kua, Hsing-I ) |
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SANDA
All’interno
delle diverse discipline che caratterizzano il WuShu moderno,
troviamo il SANDA: il combattimento sportivo a contatto pieno.
Molto simile alla Kickboxing, questo sport integra ai calci
e ai pugni, tutte una serie |
di tecniche di proiezione che rendono
gli incontri di Sanda molto spettacolari.
Sebbene moderno, le origini di questo sport da combattimento
si perdono nell’antichità, quando abili marzialisti
si sfidavano su delle pedane rialzate ed applicavano le tecniche
della propria scuola di WuShu cercando, senza regole prefissate,
di mettere KO l’avversario.
Ai giorni nostri si combatte su una pedana di 8 X 8 m., a
volte rialzata di un metro, per un massimo di tre round (da
due minuti ciascuno) per incontro.
Il
sanda si basa su:
- tecniche di mano (pugni e
prese)
- tecniche di gamba ( calci, spazzate, sbilanciamenti)
- tecniche di proiezione (atterramento dell’avversario)
Gli atleti durante l’incontro devono indossare
il caschetto, il paradenti, il corpetto, una conchiglia, un
paio di guantoni e un paio di paratibia.
Il punteggio, durante l’incontro, mira a favorire le
proiezioni ( 3 punti ), mentre ogni colpo dato alla testa
riceve solo un punto (per salvaguardare l’incolumità
dell’atleta): questo sistema di assegnazione punti,
assieme all’uso delle protezioni, rende il Sanda, uno
dei più sicuri e senza dubbio uno dei più spettacolari
sport da combattimento.
Accanto a questa disciplina vi è il Semi-Sanda, chiamato
anche, “combattimento light- contact”, dato che
i colpi vengono eseguiti senza affondo; in questo caso, le
vittorie vengono assegnate sommando i punteggi |
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TAI
– CHI – CHUAN
Tai – Chi – Chuan letteralmente significa “BOXE
(Chuan)” della “SUPREMA (Tai)” “POLARITA’
“ ( Chi ).Questa
denominazione indica che essa è un’arte marziale
basata sulle leggi di quelli che sono, secondo il pensiero cinese,
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due
principi base dell’universo:
· lo Yin, il principio negativo, femminile
· lo Yang, il principio positivo, maschile
Il Tao-te-ching, scritto dal saggio
Lao-Tze più di 2000 anni fa, esprime la filosofia essenziale
di questa disciplina.
Nato quindi, come metodo di combattimento concepito sullo
sfruttamento della forza dell’avversario a proprio vantaggio,
il Tai-Chi-Chuan, si è evoluto come pratica per il
mantenimento della salute e della longevità, divenendo
solo di recente anche una pratica sportiva.Ci sono diverse
opinioni sull’origine del Tai-Chi: alcuni sostengono
che fu creato da Zhang Sanfeng durante la dinastia Song (
921-1279 ); la tesi più accreditata rimane comunque
quella secondo cui venne originariamente praticato dai membri
della famiglia Chen, nel villaggio di Chengdu.
Fra la seconda metà dell’ottocento e la prima
del novecento iniziarono a differenziarsi i vari stili di
Tai-Chi e oggi vengono riconosciute ufficialmente 4 scuole:
1) Stile CHEN
Il più antico, è caratterizzato da movimenti
a spirale, lenti e morbidi alternati a movimenti rapidi
e potenti.
2) Stile YANG
Il più diffuso al mondo; ha ricevuto una codifica definitiva
da parte di Yang Cheng Fu; predilige
posizioni ampie e movimenti morbidi e continui.
3)
Stile SUN
Creato da Sun Lu Tang. Lo stile è caratterizzato da
posizioni piccole, movimenti agili e piuttosto
veloci; Sun Lu Tang fu un famoso maestro degli altri due principali
stili interni:
Pa-Kua e Hsing-I.
4) Stile WU
E’ caratterizzato da posture inclinate in avanti e da
movimenti di ampiezza media.
Per
incrementare la diffusione del Tai-Chi, dopo l’instaurazione
della Repubblica Popolare Cinese, venne codificata una forma
semplificata dello stile Yang: la famosa forma 24 di Pechino,
grazie anche alla quale il Tai-Chi venne conosciuto in tutto
il mondo.
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DA
– CHENG – CHUAN
Il
Da-Cheng-Chuan o letteralmente tradotto “ La Boxe della
Grande Realizzazione”, è conosciuto soprattutto
in occidente con il nome di I-Chuan o “Boxe dell’intenzione”.
Questa scuola è riconosciuta per la sua efficacia e
per la fama del suo fondatore, il M° WANG ZHANG ZHAI;
la sua diffusione è dovuta principalmente all’apparente
semplicità
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del
metodo e alla adattabilità del suo impiego..
Questa scuola è riconosciuta per la sua efficacia e
per la fama del suo fondatore, il M° WANG ZHANG ZHAI;
la sua diffusione è dovuta principalmente all’apparente
semplicità del metodo e alla adattabilità del
suo impiego.
Il D.C.C. è, in assoluto, la scuola del ZHAN ZHUANG
(esercizi dell’albero) e rappresenta una vera e propria
sintesi degli stili interni cinesi. Si può dire che
possegga la forza e i corti movimenti dello Hsin-I, la scioltezza
del Tai-Chi e la circolarità del Pa-Kua.Tecnicamente,
il percorso proposto nel D.C.C., comprende sette differenti
tappe:
1) ZHAN ZHUANG:
pratica delle posizioni statiche
2) SHI-LI:
sentire la forza
3) MOCABU:
spostamenti
4) SHI-SHENG:
lavorare con il suono
5) FA-LI:
emettere la forza esplosiva attraverso il rilassamento e l’elasticità
di tutto il corpo
6) TOUI-SHOU:
lavoro a coppie per sentire e controllare la forza dell’avversario
7) SAN-SHOU:
combattimento
La pratica del D.C.C., richiede tempo e pazienza e oltre essere
un’arte marziale di indubbia e provata efficacia è
un formidabile sistema per mantenere e conservare la salute
ed il benessere psico-fisico. |
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KALARI
PAYAT
(ANTICA ARTE MARZIALE INDIANA)
L’India,
la terra dello yoga, è anche la culla di una delle
più antiche arti marziali del mondo che ancora oggi
sopravvive nel Kerala nella sua autentica forma inalterata
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Gli
esperti nel campo delle arti orientali del combattimento sono
dell’opinione che il Kalari Payat è il progenitore
di tutte le arti marziali moderne.
E' difficile dare un'idea esatta del Kalari Payat perchè
l'arte è complessa e molto differenziata nei tre stili
base. Riportiamo a titolo di documento l'articolo scritto
dal Maestro Luca Ghinolfi ed apparso su BANZAI/Pugilato nel
numero di novembre del 1986.
KALARI PAYAT: UN' ARTE CHE NON DEVE MORIRE
Sono ormai 30 anni che pratico e studio arti marziali. Ho
iniziato con lo Judo. Ricordo, con nostalgia, gli stages di
Sperlonga e l'esame di cintura nera con Barioli e Betti Berruto.
In seguito, mi sono dedicato al Karate insieme a Parisi, poi,
intensa parentesi dedicata allo Zen ed allo Yoga, ed, infine,
l'incontro con il maestro Shin Dae Wong attraverso il quale
ho iniziato ad apprendere il Kung Fu/Wu Shu.
Con gli anni lo spirito di "pratricante" è
notevolmente mutato. Superato lo stadio di superficialità,volto
ad appagare in particolare l'orgoglio personale, sono giunto
a considerare che il solo fine è la pratica alla ricerca
di un continuo miglioramento. Nel corso della mia personale
ricerca ho fatto vari viaggi in oriente. Nel 1984 ebbi la
fortuna di avvicinare in India il Kalari Payat ed alcuni grandi
Maestri: Vasudevagurukal, Ustad Unni e Ustad Kader.
Il Kalari Payat, anche per le sue notevoli affinità
con il Kung Fu, mi affascinò subito e di qui il mio
desiderio di approfondire la conoscenza.
Quest'anno sono ritornato in India con la ferma intenzione
di investigare bene sul mondo del Kalari Payat. Forte dell'appoggio,
di alcuni Maestri, tra cui Moses Thilak, direttore tecnico
della Federazione Indiana di Karate, ho potuto avvicinare
alcuni dei più qualificati maestri di tale arte indiana,
e con essi praticare. Il Kalari Payat è una sorte di
educazione marziale, che fa risalire la sua attuale forma
al dodicesimo secolo a.c.
La disciplina si sviluppo, principalmente, allo scopo di educare
la casta dei guerrieri Nairs all'uso di varie armi in combattimento.
Tre sono gli stili del Kalari Payat:
Lo stile del Nord -VADAKKAN-
Lo stile del Sud - THERKKAN-
Lo stile Centrale -MADYA-
Quest'ultimo, poco conosciuto,e praticato, quasi esclusivamente
dai Maestri Sufi, viene considerato una diramazione dello
stile del Sud
Lo stile del Sud è costituito in prevalenza da tecniche
di mano e di movimenti circolari
La pratica consta di cinque precisi stadi:
SUVADA - allenamento alla forma prestabilita --
ANGATHARI -allenamento con diverse armi-
PUTUPIRIVUM e ETIERIDALl -allenamento alla pratica delle proiezioni
ed alle leve articolari-
MARMA -allenamento ai punti vitali-
PORPAYIRCHI -allenamento al combattimento libero-
Lo stile del Nord, invece, utilizza molto le tecniche di ganba
e risente molto dell'influsso YOGA
Le fasi di apprendimento di questo stile sono:
MEITHARI- allenamento del corpo-
KOLTHARI -allenamento con differenti tipo di bastone-
ANGATHARI -allenamento con differenti tipi di armi metalliche-
VERUMKAI ADI -allenamento alle proiezioni,alle leve articolari
e punti vitali-
Molto interessante è l'iniziazionealla pratica Generalmente
il maestro sceglie un giorno propizio e, dopo aver ricevuto
dal neofita doni simbolici, effettua un particolare cerimoniale,
e successivamente sottopone a particolari massaggi il corpo
del nuovo allievo in modo da donargli scioltezza e vitalità.
Anche i vari stadi d'apprendimento vengono sottolineati da
particolari iniziazioni.
La parte più interessante del Kalari Payat e più
segreta del Kalari Payat è costituita dalle tecniche
di "Marma Adi" l'arte di studiare i punti vitali.Generalmente
le tcniche vengono trasmesse tramite sutras -Marmas sutras-
scritte su foglie di palma. Per la loro pericolosità
le tecniche marma vengono trasmesse solo agl i allievi più
affidabili e dopo non meno di dieci anni di ossservazione
del loro comportamento
I sutras contengono:
la localizzazione del centro vitale
gli effetti, dei colpi su tale centro
la tecnica per sanare gli effeti dei traumi
Il maestro di Kalari Payat quindi risulta essere, in egual
misura, insegnante,medico, guru che rappresenta una Divinità
I veri Maestri - purtroppo sempre meno in circolazione- vivono
di norma nei villaggi ed insegnano con "riluttanza"
ai non conosciuti, ne consegue che difficilmente arrivano
a compromessi e divulgano la loro arte solo a pèersone
altamente motivate. Personalmente considero il Kalari Payat
il padre e la madre di tutte le arti marziali e mi auguro
che questa disciplina possa rifulgere di quello splendore
che la caratterizzo secoli or sono quando veniva insegnata
ai giovani guerrieri Nairs e spero vivamente di non vedere
morire quest'arte con gli ultimi grandi maestri indiani.
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YOGA
Lo
Yoga è uno dei sei sistemi ortodossi della filosofia
indiana, tutti questi sistemi traggono origine dai “VEDA”
(testi sacri indiani), e benché il cammino sia differente
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l’uno
dall’altro, l’obiettivo finale
è per tutti uguale: arrivare al conseguimento della
“totalità dell’individuo” all’unione
dell’uomo con la natura e con tutto ciò che lo
circonda.
La parola Yoga
significa proprio “unire, congiungere, dirigere e concentrare,
usare ed applicare”.
Significa anche “unione” della nostra volontà
con quella di Dio.
Significa equilibrio dell’anima che rende capaci di
guardare alla vita con equanimità in tutti i suoi aspetti.
Lo yoga è un sistema molto valido per lo studio:
- del funzionamento del corpo, attraverso le posizioni (Asanas)
- della respirazione, con il Pranayama (tecniche respiratorie)
che permette di veicolare l’energia vitale attraverso
il respiro
- della mente e dell’intelletto attraverso la concentrazione
e la meditazione Attraverso
queste tecniche si attua un processo che porta non solo ad
imparare ad osservarci, conoscerci nel profondo, ma ci fa
capire che dentro di noi c’è un “tutto”,
di cui bisogna prendere coscienza.
Lo yoga parte da regole fondamentali, quali la non violenza,
la non appropriazione, la sincerità, l’essere
casti, intendendo vedere la divinità in ogni cosa,
accontentarsi di ciò che si ha, che si possiede, non
sentire la perdita o la mancanza di beni terreni; queste ad
altre regole portano verso l’introspezione e la chiarezza
mentale.
Lo yoga come un diamante ben tagliato presenta molte sfaccettature,
ognuna delle quali riflette un diverso tono di luce o significato
e rivela aspetti differenti dell’intera gamma dello
sforzo umano diretto al raggiungimento della pace interiore
e della felicità.
LE
VIE TRADIZIONALI DELLO YOGA
KARMA
YOGA: La via
dell’azione cosciente e altruista, finalizzata ad aiutare
a scoprire attraverso l’azione la natura interiore e
spirituale dell’uomo.
JNANA
YOGA: Yoga della
Conoscenza discriminante.
Adatto a persone riflessive, intellettuali e non materialiste
a cui interessi sapere come funziona il proprio Essere Interiore
attraverso lo studio dei testi classici.
BHAKTI YOGA:
Yoga della devozione.
Adatto a persone che con umiltà e devozione, con spirito
di servizio e con profondo amore dedicano la loro vita al
servizio di Dio, mistici, ecc..
MANTRA YOGA:
Attraverso le vibrazioni libera il cervello ed il sistema
nervoso da ricordi passati e da condizionamenti. Agisce a
livello psichico. Trova le sue origini nei Veda ( Sacre scritture
Indù).
TANTRA YOGA:
Tramite metodi e rituali ben definiti, espande il potere dell’immaginazione
umana e cerca di scoprire il potere della Creazione Cosmica.
HATHA YOGA:
Lo Yoga dell’autodisciplina psico-fisica. Attraverso
le pratiche fisiche motorie e respiratorie, riesce a percepire
il movimento ciclico della vita, i suoi momenti di splendore,
di confusione, i suoi alti e bassi. Cercano di trascendere
gli opposti della natura umana, di sviluppare una propria
armonica personalità.
RAJA YOGA:
Lo Yoga degli otto stadi.
ASHTANGA YOGA:
richiede una grande concentrazione e guida interiore. Cerca
di arrivare alla Suprema identità con la Coscienza
Cosmica. Adatto a persone contemplative, sensibili, devote
ed indipendenti.
Lo Yoga degli Yoga Sutra di Patanjali.
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